ISTITUTI TECNICI: QUANTO CONTA LA FORMAZIONE

Analisi e proposte dalla RETE NAZIONALE ITEFM

PREMESSA

Il nostro Paese ha bisogno di un forte rilancio dell’istruzione tecnica. Oggi siamo di fronte ad un vero e proprio dramma: i nostri Istituti tecnici, che hanno formato la classe di lavoratori e dirigenti dando certamente un forte impulso al nostro sistema industriale negli anni ’90, vivono una profonda crisi.

Dal 1923 al 2019 si sono susseguite tante riforme della scuola, è cambiata completamente la società italiana, è cambiato il mondo, ma non è affatto cambiata l’idea che il liceo sia l’unico luogo dove si coltiva la cultura con la C maiuscola e dove si forgiano, con l’aiuto dei classici, i nuovi pilastri della società di domani.

La prima causa è la percezione che hanno le famiglie ritenendo gli istituti tecnici scuole di “serie B” alimentando un grande problema di incomprensione sociale.

La seconda causa l’assenza di un’analisi profonda e di un’attenzione politica su questo fenomeno. Abbiamo bisogno di ricerche in ambienti specializzati, ma anche di una certa “diffusione popolare” di questi temi. Occorre far “risuscitare” il concetto dell’apprendere mettendo in primo piano il progresso tecnologico empirico continuo: elementi che si sono completamente allontanati dal sentire della società italiana.

Per reagire serve una urgente e sistematica “campagna pubblicitaria”, a favore degli istituti tecnici. Bisogna farla proprio in chiave di salvataggio del futuro del Paese e del futuro dei nostri giovani: serve per moltiplicare i posti di lavoro e mettere in giusto rilievo la dignità e la grandezza dell’istruzione tecnica.

La terza causa riguarda lo stato dell’istruzione tecnica superiore. Da anni in Italia esiste un problema irrisolto: creare un biennio o un triennio di istruzione tecnica superiore professionalizzante (post-scolastica). Bisogna ritornare agli obiettivi iniziali e favorire lo sviluppo di titoli professionalizzanti brevi.

La sperimentazione avviata nel 2010 degli ITS (Istituti tecnici superiori) serve moltissimo, ma rimane ancora con numeri di iscritti troppo bassi.

Ci sono quindi ostacoli ben chiari che dobbiamo superare per rianimare tutto il sistema dell’istruzione tecnica: il distacco dell’opinione pubblica dalla scuola tecnica, l’abbraccio dell’università che deve essere sinergico e non mortale, la disattenzione delle Regioni, il poco interesse del mondo politico.


È un lavoro appassionante ma è essenziale che il rilancio dell’istruzione tecnica sia visto come un’urgenza per il nostro Paese.
Al suo sviluppo è condizionato il nostro futuro

FABBISOGNO E OFFERTA DI NEODIPLOMATI IN ITALIA 2019-2023

Quali saranno i fabbisogni professionali dell’Italia fino al 2023? Quali i titoli di studio e le competenze maggiormente richiesti?

 Le risposte nei dati dell’apposito report promosso da Unioncamere attraverso il Sistema Informativo Excelsior.

Il quadro occupazionale delineato dal rapporto rivela l’evidente necessità di investire nell’orientamento, affinché si riduca il divario tra le richieste delle imprese e i profili disponibili tenendo in giusta considerazione il territorio di riferimento.

La buona notizia è che i fabbisogni professionali del mondo del lavoro italiano cresceranno. La cattiva notizia è che rischia di allargarsi il divario tra ciò che cercano le aziende e ciò che offrono i lavoratori. Possono condensarsi in queste due affermazioni i risultati del rapporto “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia 2019-2023”.

Il confronto tra i valori totali 2019-2023 del fabbisogno di diplomati (stimato pari a un valore compreso tra circa 867.000 e circa 941.000 unità) e l’offerta, cioè il numero di diplomati che si renderanno disponibili a lavorare previsti per gli stessi anni (pari in complesso a 1.534.000 unità) segnala, a differenza dei laureati, una situazione di eccesso di offerta. Questa è poi “aggravata” dalla presenza dei numerosi diplomati in cerca di occupazione già presenti sul mercato del lavoro.

Si può stimare che questa offerta di diplomati già presenti sul mercato, sia essa esplicita (1.200.000 disoccupati attualmente in cerca di lavoro nella media 2018) o potenziale (inattivi che potranno decidere mettersi a cercare lavoro) sia pari a quasi tre volte il numero di giovani che ogni anno arrivano al diploma e a circa 4 volte il numero di quelli che fanno ogni anno il loro ingresso sul mercato del lavoro.

FABBISOGNO E INGRESSI DI NEO-DIPLOMATI SUL MERCATO DEL LAVORO PER INDIRIZZO VALORI TOTALI 2019 – 2023

Per i diplomati dove si evidenzia nei prossimi anni uno scenario di eccesso di offerta, pure in questo caso con situazioni molto differenziate per indirizzi; è probabile, comunque, che nelle scelte di selezione di personale delle imprese la disponibilità di diplomati vada in parte a colmare carenze che si evidenziano per quanto riguarda i laureati.

Per quanto riguarda gli indirizzo di studio, determineranno le maggiori richieste di diplomati l’indirizzo amministrazione-finanza (284.900-315.400 unità) maggiore a quella che risulterà essere l’offerta in tale indirizzo.

L’Italia ha bisogno di orientamento

L’insieme di tutti i dati rintracciabili nel report mette in evidenza un chiaro e impellente bisogno di orientamento. Un’attività di supporto per le nuove generazioni ma anche per chi è già al lavoro, intesa non come indicazione di quelle che sono i settori di studio ed impiego più promettenti, ma soprattutto come percorso di scoperta e valorizzazione delle proprie competenza, capacità e abilità.

Investire nell’orientamento professionale significa rafforzare le skill dei singoli, avvicinarli al mondo del lavoro e quindi ridurre la disoccupazione. Ma significa anche curare il loro benessere, aumentare le possibilità di inclusione sociale, migliorare la capacità di adattarsi ai cambiamenti futuri. L’orientamento, quindi, come potenziamento della persona, in maniera totale e completa.

Per l’Italia, dal 2010 Unioncamere attraverso il Sistema informativo Excelsior fornisce previsioni relative al fabbisogno occupazionale a medio termine, utilizzando un approccio metodologico analogo a quello implementato a livello europeo dal CEDEFOP. Il modello previsivo Excelsior a medio termine sfrutta tutte le potenzialità informative del database Unioncamere-Anpal alimentato dalle indagini ricorrenti (trimestrali fino al 2016, a cadenza mensile dal 2017).

Il modello previsivo fornisce in primo luogo l’evoluzione dello stock degli occupati a livello settoriale fino al 2023. Per ciascun settore le variazioni annuali dello stock di occupati identificano la domanda di lavoro incrementale (expansion demand), che può essere di segno sia positivo che negativo.

Giovanni Brugnoli, Vice Presidente per il Capitale Umano di Confindustria ha affermato, più volte nelle sue interviste, che il nostro Paese ha bisogno di più giovani e del loro talento. 

“Qui pesano le scelte formative errate. L’Italia ha bisogno di un grande piano di inclusione dei giovani.  

Adesso serve il salto di qualità che significa pari dignità e risorse incrementali e adeguate a supportarne il rilancio della formazione tecnica.”

La formazione è lo strumento fondamentale per entrare in maniera qualificata e qualificante nel mondo del lavoro.

Questo vale sia per giovani diplomati e laureati, disoccupati ed inoccupati, sia per la riqualificazione ed il potenziamento delle competenze di lavoratori in cassa integrazione o che hanno perso il lavoro. Le nuove skills sono essenziali per la competitività dei sistemi di impresa e dei contesti produttivi.

Cosa possiamo fare?

COMUNICARE le caratteristiche e le potenzialità della formazione tecnica e in particolar modo l’indirizzo “AFM” usando i nuovi linguaggi della comunicazione per raggiungere:

                                                                                                                                                             GIOVANI

                                                                                                                                                             FAMIGLIE

                                                                                                                                                             IMPRESE

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