PROPOSTE ALLA RETE ITEFM

ANALISI DI CONTESTO

Come contesto territoriale, stiamo parlando del Valdarno, un’ampia zona, popolata da circa 100.000 abitanti al centro di un triangolo compreso tra Firenze, Arezzo e Siena. I comuni presenti sono per la maggior parte nella provincia di Arezzo, alcuni nella provincia di Firenze. Nel Valdarno aretino ben 4.108 imprese sul totale di 8.642 appartengono al settore terziario, ovvero ai settori commercio, turismo e servizi, gli unici a crescere negli ultimi cinque anni. In particolare, il commercio si conferma la componente prioritaria del territorio. Per le aziende turistiche resta, invece, più appetibile il Valdarno fiorentino.

Questo è quanto emerge dall’analisi che l’ufficio studi della Confcommercio ha condotto sui dati delle Camere di Commercio di Arezzo e Firenze relativi all’andamento degli ultimi cinque anni, dal 2014 al 2018.

Pur avendo conservato una tradizione agricola centenaria, soprattutto rivolta alla produzione di olio e vino di eccellente qualità, formaggi, cereali, il Valdarno è una delle aree con una notevole attività industriale. Inoltre, è attiva la produzione di manufatti tipici artigianali in vetro e legno.

Il Rapporto 2019 (che elabora e approfondisce i dati sull’economia aretina del 2018) spiega che i settori dell’attività economica presentano tutti un andamento positivo: in termini di peso economico, è sempre il comparto dei servizi (che comprende anche il commercio) a generare la fetta più rilevante del valore aggiunto provinciale (65,9%). Il manifatturiero in senso stretto contribuisce per il 25,7%, mentre più ridotto è il contributo del settore edile (5,3%) e dell’agricoltura (3,1%).

Il 2018 è stato un anno importante per il territorio provinciale aretino, sul fronte turistico: crescono infatti arrivi, presenze e anche durata media del soggiorno. Negli ultimi anni la Provincia di Arezzo cresce in maniera più forte rispetto alle altre aree regionali, nel comparto turistico. Tutti questi dati, naturalmente, vanno contestualizzati nell’attuale contingenza causata dal COVID-19.

OSSERVAZIONE DEL FABBISOGNO E DATI DELL’INDIRIZZO AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING

Il territorio chiede alle istituzioni scolastiche la formazione di diplomati che abbiano competenze relative all’uso degli strumenti tecnologici, capacità comunicative-relazionali anche attraverso i social, conoscenza adeguata della lingua inglese e preferibilmente di un’altra lingua straniera.

Inoltre, dati i comparti economici più sviluppati, sono richieste anche abilità economico-giuridiche necessarie agli adempimenti amministrativi-gestionali delle PMI.

In sintesi, sono richieste sempre più spesso competenze nel front-office e back-office spendibili negli ambiti amministrativi del settore terziario in genere.

A fronte di queste richieste, l’indirizzo Amministrazione, Finanza e Marketing dell’ISIS Valdarno (1.405 studenti iscritti) per l’anno scolastico 2020-2021 presenta questi dati allarmanti:

classe I: 17 iscritti; classe II: 0 iscritti; classe III: 31 iscritti; classe IV: 18 iscritti; classe V: 16 iscritti.

SUGGERIMENTO DI STRUTTURA DEI CURRICULA

In coerenza alle richieste provenienti dai settori economici più sviluppati si propone di adeguare il percorso formativo dell’Indirizzo Tecnico Economico Amministrazione Finanza e Marketing potenziando le seguenti discipline:

  • Lingua Inglese e Seconda lingua straniera (preferibilmente tedesco): incrementare le competenze di speaking mediante una didattica laboratoriale adeguata ed introdurre in modo più incisivo la microlingua relativa al contesto economico-finanziario e commerciale;
  • Informatica: fin dalla classe prima dovrebbe essere una disciplina non di mera integrazione rispetto ad Economia Aziendale ma sarebbe auspicabile trasmettesse da subito competenze e conoscenze relative all’uso dei software applicativi più impiegati nel settore terziario (tra cui Excel ed altri sistemi di gestione informatizzata di dati amministrativi). Inoltre, è fondamentale che questa disciplina trasmetta agli alunni competenze nel Web-Marketing poiché in un mercato sempre più globalizzato le tecniche di avvicinamento, fidelizzazione e incremento della clientela non possono che avere respiro mondiale. Per tutti questi motivi è richiesta la sua prosecuzione anche nel quinto anno, rispetto all’attuale interruzione al quarto anno;
  • Diritto, Economia Politica ed Economia Aziendale: queste sono (e devono rimanere) le discipline professionalizzanti dell’indirizzo. In questo senso, senza perdere di vista i necessari adeguamenti disciplinari e didattici per tener conto delle continue novità provenienti dalla produzione normativa, tributaria e finanziaria sia nazionale che internazionale, queste materie devono trasmettere agli alunni le competenze e le conoscenze di base per affrontare con successo sia il mondo del lavoro che il proseguimento degli studi superiori in ambito economico-giuridico. A queste discipline dev’essere prioritariamente collegata l’attività PCTO costruendo, fin dal terzo anno, percorsi che esaltino l’acquisizione di saperi ed abilità strettamente connesse agli studi teorici fatti in ambito scolastico. In questo modo risulterà anche più semplice valutare lo svolgimento dell’ex attività di alternanza scuola-lavoro, ma sarà ancora più significativo il loro compimento;
  • Inserire progetti di approfondimento:
  • della cultura economico-finanziaria, che contribuisce alla diffusione della cultura economico-finanziaria per il beneficio di avere cittadini sempre più consapevoli anche nell’ottica della cittadinanza attiva. L’educazione economico-finanziaria concorre a formare negli studenti, cittadini del presente e del futuro, una coscienza critica capace di orientare efficacemente scelte quotidiane, ma significative (concetto di attività d’impresa, mezzi di pagamento, approccio alla concessione di credito, scelta degli investimenti, valutazione del grado di rischio, giudizio sul tasso d’interesse). Tale progetto consente, inoltre, alla scuola di stabilire importanti e proficue relazioni con gli istituti di credito del territorio che possono diventare partner, interessati e responsabili, nella formazione degli alunni;
  • della cultura alla legalità, che non è solo mera conoscenza delle leggi, ma sensibilizzazione ad un comportamento etico e civile che implica acquisire di essere “cittadino libero” grazie al rispetto delle reciproche libertà. Infatti, il fine di educare alla legalità è costruire una cultura che rende liberi e pienamente capaci di scegliere ed assumere le proprie responsabilità. L’educazione alla legalità, in questo senso, si propone di far acquisire agli studenti le conoscenze basilari del sistema tributario italiano, al fine di ottenere le competenze per orientarsi nei rapporti giuridici dell’attività quotidiana.

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